Skip to main content

Le Origini di un Progetto

7-8 novembre 1994

a Torino, Villa Gualino: Convegno “Industria, lavoro, memoria”. Gli interlocutori partecipanti ai lavori e in particolare alla tavola rotonda finale convennero sulla vocazione di Torino a conservare la memoria del lavoro e dell’industria. Istituzioni pubbliche, imprese, sindacati, espressero la disponibilità ad un lavoro comune proiettato in tale direzione.

20 luglio 1995:

Cgil, Cisl e Uil torinesi unitamente all’Unione Industriale di Torino inviano una lettera al Sindaco e al Consiglio Comunale di Torino, sollecitando la promozione di un Centro archivistico che raccolga la memoria di quella forte identità di Torino e del Piemonte costituita dal suo sviluppo industriale nel XX secolo. 
Nella riunione del 2 ottobre 1995 il Consiglio Comunale, su proposta di Domenico Carpanini, approva una mozione che impegna la Giunta Comunale ad assumere le iniziative necessarie per realizzare l’iniziativa proposta.

22 gennaio 1996:

La Giunta regionale del Piemonte con DGR n. 130-5498 istituisce un Gruppo di coordinamento regionale per la valorizzazione degli archivi del mondo del lavoro e della produzione.
Il Gruppo (sostanzialmente composto, oltre che dal rappresentante dell’Assessorato regionale alla Cultura, da Istituto Gramsci, Istituto Salvemini, Fondazione Nocentini, Centro Archivi e Documentazione Cgil, Archivio storico Uil, Camera di commercio di Torino, Archivio storico AMMA, e dal rappresentante della Soprintendenza archivistica) indirizza la sua attività su più fronti: uniformazione dei tracciati catalografici d’archivio, censimento degli archivi d’impresa e predisposizione delle condizioni per una sede fissa comune (Istituto per la memoria del lavoro e dell’impresa), in cui:

  • continuare a svolgere il lavoro di ricerca e promozione;
  • conservare e valorizzare il patrimonio storico archivistico sindacale e aziendale (in possesso delle Istituzioni culturali piemontesi), ma anche salvare fondi archivistici sindacali e aziendali a rischio di dispersione;
  • costituire un polo di servizi archivistici per la diffusione in rete di informazioni e conoscenze sui patrimoni archivistici conservati o conosciuti, e fornire supporto alle imprese per la gestione dei flussi documentari;

Anni 1997-1998:

il Gruppo realizza una prima bozza di statuto per il costituendo Istituto e con il sostegno della Regione Piemonte fa espletare un primo studio sulla scelta della sede e sul suo allestimento.
Anche le segreterie regionali e torinesi Cgil, Cisl, e Uil fanno pervenire all’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte un documento di sostegno all’iniziativa che riveste particolare interesse in quanto coinvolge in uno stesso progetto le due componenti del mondo industriale, l’impresa e il lavoro.

22 aprile 1999:

con lettera dell’Assessore regionale Leo a tutti gli Enti e Associazioni interessati viene avviata la costituzione di un Comitato promotore dell’Istituto per la memoria del lavoro e dell’impresa in Piemonte, a cui sono particolarmente invitati il Comune e la Provincia di Torino, al fine di assicurare un’ampia partecipazione agli scopi del futuro Istituto che dovrebbe accogliere un patrimonio storico e documentario peculiare per la nostra regione. 
Gli enti proponenti nel frattempo hanno sollecitato il Comune di Torino a mettere a disposizione dell’iniziativa una sede adeguata, che alla fine dopo vari incontri, proposte e sopralluoghi viene individuata.

11 maggio 2001:

la Giunta Comunale di Torino (presieduta da Valentino Castellani), su proposta dell’Assessore Passoni, delibera di destinare il complesso immobiliare sito in Torino, via del Carmine 12-14 (“quartieri militari” opera dello Juvarra, resosi interamente libero, e costituito da 4 piani f.t. e da un interrato, con superficie netta complessiva di mq 8270 ca.) parte a sede di uffici della Prefettura di Torino e parte a sede del costituendo Istituto.

10 settembre 2001:

la Direzione regionale Beni Culturali comunica agli enti proponenti che la Giunta Regionale ha approvato lo schema di accordo di Programma Quadro fra lo Stato e la Regione in materia di Beni Culturali, sottoscritto da entrambe le parti in data 18.05.2001. L’intervento relativo alla Casa degli archivi è ricondotto nell’ambito delle linee programmatiche dell’Accordo (art. 1, punto b – “Sviluppo dei servizi multimediali nelle biblioteche e potenziamento dei sistemi di valorizzazione, gestione e messa in rete dei beni archivistici – Patrimonio documentario e Archivi del Novecento”). Al punto b.3 viene richiamato il progetto per la valorizzazione degli archivi del XX secolo e si precisa che verrà portato avanti tramite un accordo fra il Ministero, la Regione Piemonte, il Comune di Torino, la Provincia di Torino e la Camera di commercio. Viene prevista una spesa di 9 miliardi di lire, di cui 6 conferiti dal MBAC per l’ampliamento con due piani sotterranei dei depositi dell’Archivio di Stato di via Piave. Viene prevista anche la partecipazione delle Fondazioni bancarie.

Anni 2002-2003:

vengono effettuati sopralluoghi all’edificio di via Del Carmine a cui partecipano rappresentanti degli enti proponenti, un vicepresidente della Fondazione CRT e nell’ultimo (16 gennaio 2003) l’Assessore al lavoro di Torino Tom Dealessandri.

Anni 2004-2005:

La costituzione del Museo della Resistenza presso i Quartieri militari juvarriani offre un contesto favorevole a collocare nella stessa area un secondo polo tematico dedicato alla storia del Novecento, a Torino e in Piemonte e viene per questo ripreso e analizzato il progetto, anche alla luce della decisione di non realizzare la parte della nuova struttura dell’Archivio di Stato destinata a ospitare gli uffici degli enti facenti parte del Gruppo promotore.
Grazie a un finanziamento della Fondazione CRT il Gruppo promotore affida all’avvocato Giorgio Santilli lo studio dell’assetto giuridico dell’Istituto e agli architetti Giovanni Durbiano e Luca Reinerio l’elaborazione di uno studio di fattibilità in grado di determinare l’adeguatezza della sede di via del Carmine 14 a ospitare gli uffici dei tre Istituti previsti (Gramsci Nocentini e Salvemini), le rispettive biblioteche ed emeroteche e la parte riordinata e consultabile degli archivi in loro possesso, concentrandole in uno spazio comune, destinando infine un ampio spazio a funzioni espositive. 
Parallelamente, con il determinante sostegno delle Organizzazioni sindacali, prende corpo l’ipotesi di realizzare al piano terreno dell’edificio la mostra “Torino al lavoro. Dalla ricostruzione allo sviluppo” come esposizione di prefigurazione del costituendo Istituto ed evento inserito nelle Olimpiadi della Cultura di Torino 2006.
La mostra, curata da Stefano Musso e realizzata dal Teatro Regio di Torino, viene progettata con il concorso di un vasto numero di enti e istituzioni: Città di Torino, Fondazione Istituto piemontese Gramsci, Fondazione Vera Nocentini, Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, Archivio AMMA, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, Archivio Storico Fiat, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Giorgio Agosti, CGIL, CISL, UIL, Fondazione Adriana Prolo – Museo nazionale del Cinema, Associazione Museo Nazionale del Cinema.

Anno 2006:

Il 20 gennaio in via del Carmine 14 viene aperta al pubblico la mostra “Torino al lavoro. Dalla ricostruzione allo sviluppo”, mentre prosegue l’attività di predisposizione del quadro giuridico, economico e operativo sia della costituzione dell’Istituto per la memoria e la cultura del lavoro e dell’impresa, sia del progetto di restauro e adeguamento funzionale dell’edificio, nel quadro di una collaborazione interistituzionale fra Città di Torino, Regione Piemonte, Archivio di Stato di Torino, Soprintendenza archivistica del Piemonte, Fondazione CRT, Provincia di Torino, Camera di commercio. Chiusa il 3 settembre la mostra ha avuto quasi 10.000 visitatori.

Anni 2007-2009:

L’ interesse della cittadinanza ad avvicinarsi a questi argomenti, l’impegno di tutte le Istituzioni e delle parti sociali a unirsi per dar vita a un nuovo soggetto, la possibilità di avere una sede strategica anche per un più ampio progetto che renda il quartiere polo di riferimento per la memoria del lavoro e dell’impresa del ‘900 e la scelta, maturata da tempo, di accompagnare i protagonisti di questa esperienza in un percorso di messa a punto degli archivi e delle biblioteche, attraverso lo stanziamento di fondi individuali, convincono la Compagnia di San Paolo a impegnarsi notevolmente nella realizzazione della comune “Casa degli Archivi del ‘900”.
5 marzo 2007 poi il Consiglio Comunale di Torino approva il progetto e lo statuto dell’Associazione denominata Istituto per la memoria e la cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali.
Analoga approvazione viene realizzata da parte degli organi deliberanti degli istituti promotori (Gramsci, Nocentini, Salvemini).
Il 20 giugno 2008 con atto ufficiale del Segretario Generale del Comune di Torino viene sottoscritto l’atto costitutivo della Associazione che assumerà poi l’acronimo Ismel, con sede legale in Torino in via del Carmine 14 nell’immobile denominato San Daniele, opera dello Juvarra e di proprietà comunale.
Lo Statuto attribuisce alla nuova Associazione il compito di conservare e rendere fruibili beni culturali archivistici e librari riguardanti in particolare i movimenti sociali e politici, i luoghi di lavoro e le relazioni industriali, le conquiste relative ai diritti sociali. 
Nelle linee programmatiche 2009 della Compagnia di San Paolo viene perciò previsto come rilevante “il progetto Casa degli Archivi”, polo integrato per la conservazione della memoria storica e sociale del ‘900. Per questo motivo è ipotizzato lo stanziamento di un contributo finalizzato al recupero funzionale del complesso juvarriano dei Quartieri Militari in Torino e per la realizzazione dell’intero progetto.
Nelle linee programmatiche del 2010 poi la stessa Compagnia prevede che: “in connessione con il progetto di recupero del complesso juvarriano dei Quartieri Militari in Torino, meriteranno attenzione progetti finalizzati alla ricollocazione in tale sede unitaria degli archivi e istituti afferenti le memorie del ‘900 torinese”.

Anno 2010:

Il 29 gennaio 2010 la Compagnia di San Paolo comunica al Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che “il Comitato di Gestione della Compagnia di San Paolo ha deliberato a favore del Comune di Torino un contributo fino di Euro 7.000.000 per il progetto Casa degli Archivi del ‘900”.
Il 16 marzo 2010 la Giunta Comunale di Torino approva la convenzione con la Compagnia di San Paolo per il finanziamento del recupero dell’edificio di via del Carmine 14, la cui progettazione esecutiva è stata portata a termine dagli uffici tecnici del Comune di Torino. 
Entro fine anno si procederà all’appalto per tali lavori di recupero edilizio e di allestimento degli impianti fondamentali.
Nel frattempo la cerchia dei Soci Fondatori si è allargata con l’adesione delle organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil), dell’Unione Industriale di Torino, della Camera di commercio di Torino, dell’Archivio Storico Fiat, della Provincia di Torino.

Anni 2011-2015:

Mentre prosegue l’attività di strutturazione di Ismel e la realizzazione di iniziative matura l’intesa tra la Città di Torino, la Regione Piemonte e la Compagnia di San Paolo di divenire alla costituzione di una istituzione che accanto all’assunzione in proprio delle attività di gestione dell’immobile, al termine dell’attività di ristrutturazione, svolga anche un’attività di promozione e sostegno alle inizitive dei soggetti che verranno localizzati in detta sede. Si completano le attività di organizzazione dei materiali per permetterne la ricollocazione nella nuova sede che avviene concretamente all’inizio del 2016. Sulla base di queste determinazioni la dizione Casa degli Archivi non viene più utilizzata per descrivere le attività che si svolgono in via del Carmine 14.

Anno 2016:

Con il completamento dei lavori di ristrutturazione dei Quartieri Militari e in particolare di Palazzo San Celso, trova costituzione formale il Polo del ‘900 in data 18 aprile e il 22 aprile vengono formalmente inaugurate le attività nella nuova sede che si configura come un centro culturale che raccoglie in sè una pluralità di fonti documentarie, di esperienze e di enti culturali. Tra i 19 istituti e associazioni che partecipano al progetto Polo del ‘900 si trovano Ismel e i suoi tre soci fondatori Istituto Salvemini, Istituto Gramsci e Fondazione Nocentini.

Anno 2017: 
Ismel continua ad avere adesioni di nuovi Soci e a allargarne la classificazione, arrivando alla partecipazione, oltre alla Città di Torino anche di archivi, associazioni di categoria, associazioni sindacali e centri culturali. Tra gli archivi sono presenti: Archivio donne in Piemonte, Archivio Nazionale Cinema di Impresa, Centro documentazione Camera del lavoro Biella, FCA – Centro Storico Fiat. Tra le associazioni di categoria: API Confcooperative Piemonte Nord, Confartigianato, CNA Piemonte, Legacoop Piemonte, Unione Industriale di Torino. Tra le associazioni sindacali: Cgil, Cisl, Uil. Tra i centri culturali: Asapi, Fondazione Gramsci, Fondazione Vera Nocentini, Istituto Salvemini, Ecomuseo Perosa Argentina, Teatro Stalker.
Nella volontà di continuare ad arricchire la cerchia dei Soci viene altresì avanzata l’ipotesi di una adesione della Regione Piemonte.
Nel 2017 il Polo del ‘900 assume riconoscimento di personalità giuridica di diritto privato da parte della Regione Piemonte e il Direttore assume piena operatività con l’estate dello stesso anno.
Una breve sintesi dell’attività 2017 è consultabile in questo documento.