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Ciclo di seminari sullo Smart Working

Promosso da ISMEL in collaborazione con
l’Associazione di Direzione del Personale (AIDP) Gruppo Piemonte

Maggio-giugno 2020

Prima dell’epidemia da coronavirus solo una minoranza ristretta di lavoratori, seppur in forte crescita, era coinvolta nello smart working o nel telelavoro. Con il blocco di molte attività produttive in presenza per contenere la diffusione del COVID-19, si è esteso enormemente il ricorso in chiave emergenziale del lavoro a distanza spesso secondo modalità che assomigliano più ad un generico lavoro da remoto che al lavoro agile o smart working. Passata l’emergenza il lavoro da remoto si ridimensionerà nel breve termine, ma tendenze già presenti da prima dell’emergenza lasciano pensare che esso abbia ormai salde radici nel mondo del lavoro e che in futuro si svilupperà ulteriormente.
Secondo la legge 81 del 2017 la caratteristica principale del lavoro agile consiste nella possibilità di strutturare lo svolgimento dell’attività lavorativa, grazie all’utilizzo dell’ICT, senza la necessità di stabilire a priori la collocazione dell’orario di lavoro e un luogo di lavoro all’interno del quale ricondurla. Si tratta di una nuova forma di lavoro che sta cambiando in modo profondo il modo di lavorare e sollevando inediti problemi di regolazione del lavoro. I fattori che alimentano tali trasformazioni sono molteplici, soprattutto sociali e organizzativi, e non esclusivamente tecnologici. Come spesso accade di fronte a processi innovativi, segnati da incertezza e influenzati da scelte sociali e politiche, si confrontano interpretazioni differenti, sui possibili vantaggi e rischi sia per le imprese che per i lavoratori e la società in generale.

Il ciclo

Il ciclo di incontri on line che qui presentiamo intende offrire una opportunità di approfondimento della realtà dello smart working in quattro dimensioni qualificanti: l’organizzazione del lavoro, il tempo di lavoro, la salute, le tutele dei lavoratori. A queste si affianca inoltre un approfondimento sul lavoro in smart working per la Pubblica Amministrazione.

Gli incontri

Gli incontri, coordinati da Gian Carlo Cerruti di ISMEL, prevedono il confronto tra studiosi, esponenti del mondo delle imprese e rappresentanti dei lavoratori. Sono pubblicati con cadenza settimanale a partire da martedì 19 maggio.

Smart working e organizzazione del lavoro

Nell’emergenza del coronavirus non vi è stata normalmente la possibilità di ripensare l’organizzazione del lavoro delle imprese e delle pubbliche amministrazioni in termini congruenti con il lavoro agile. Eppure si tratta di una forma di lavoro che comporta un nuovo modo di lavorare, nuove forme di interazione sia orizzontali che verticali con i colleghi, nuove competenze professionali. Come cambia allora l’autonomia nel lavoro? Come viene esercitato il controllo dell’attività lavorativa? Quali fattori influenzano la produttività del lavoro? Come reingegnerizzare i processi di lavoro per realizzare una efficace integrazione tra lavoro a distanza e lavoro in presenza?

Coordina: Gian Carlo Cerruti, ISMEL

Discutono:
– Tommaso Fabbri, Università degli Studi di Modena
– Roberto Mattio, Direttore del Personale di Pininfarina SpA
– Cinzia Maialini, Responsabile Ufficio 4.0, CGIL Nazionale

Smart working e tempo di lavoro

Lo smart working apre la strada a nuove ipotesi di riorganizzazione dell’orario di lavoro dei lavoratori e dei tempi di funzionamento dell’impresa. Rende possibile un orario di lavoro più flessibile per il lavoratore ma anche per l’impresa. Offre nuove possibilità di conciliazione tra tempo di lavoro e il tempo per la famiglia e per sé. Comporta una riduzione media dei tempi di trasporto tra casa e lavoro. I rischi, però, non mancano: si può registrare un aumento per via di fatto dell’orario di lavoro, una intensificazione delle attività lavorative, una flessibilità dell’orario di lavoro che può diventare incertezza per il lavoratore nella gestione dei suoi tempi sociali. Come bilanciare opportunità e rischi?

Coordina: Gian Carlo Cerruti, ISMEL

Discutono:
– Sonia Bertolini, Università degli Studi di Torino
– Anna Fenoglio, Università degli Studi di Torino
– Carlo Chiama, Direttore Confesercenti Torino

Smart working e salute

Lo smart working comporta rischi per la salute dei lavoratori?  Si tratta di una domanda difficile per rispondere alla quale sono state realizzate e sono in corso ricerche mediche, psicologiche e organizzative. Tuttavia, sembrano emergere alcuni potenziali profili di rischio legati al sovraccarico informativo e mentale, all’addensamento nelle stesse unità di tempo di compiti eterogenei, all’isolamento sociale, alla possibile perdita di un’identità professionale individuale e collettiva, alla dilatazione invasiva del tempo di lavoro nel tempo delle persone. La contrattazione collettiva decentrata pre-COVID 19 come ha cercato di affrontare il problema? Con quali esiti?

Coordina: Gian Carlo Cerruti, ISMEL

Discutono:
–  Roberto Albano, Università degli Studi di Torino
–  Patrizia Ordasso, Responsabile Affari Sindacali del Gruppo Intesa Sanpaolo
–  Ernestina Bellotti, Segretaria UILCA Piemonte

Smart working e tutele del lavoratori

Il tema delle tutele dei lavoratori “agili” solleva molteplici interrogativi: qual è la qualificazione giuridica del lavoro agile? Esiste un diritto alla disconnessione e come esercitare i diritti alla privacy? Come regolare il rapporto tra tempo di lavoro e tempo della vita privata? Quali tutele della salute e sicurezza dei lavoratori? Quali riflessi sulle relazioni sindacali?

Coordina: Gian Carlo Cerruti, ISMEL

Discutono:
– Mariapaola Aimo, Università degli Studi di Torino
– Massimo Richetti, Responsabile Ufficio Sindacale Unione Industriale di Torino
– Domenico Lo Bianco, Segretario CISL Torino

Smart working e pubblica amministrazione

Le misure emergenziali adottate dal Governo per contenere il contagio da COVID 19 hanno previsto che le prestazioni di lavoro nella Pubblica amministrazione siano svolte secondo la modalità del lavoro agile o smart working (salvo nella Sanità e in casi particolari). E così circa due milioni e mezzo di lavoratori hanno vissuto in questi ultimi mesi l’esperienza di erogare a distanza, in modo inevitabilmente affrettato e poco organizzato, servizi pubblici ai cittadini. Nel contempo, sono stati coinvolti in un esteso processo di apprendimento nell’uso di tecnologie informatiche di rete. Quali sono state le precondizioni tecnologiche ed organizzative che hanno consentito in alcune situazioni di affrontare meglio la sfida del lavoro agile? Quali cambiamenti dei processi amministrativi e dell’organizzazione del lavoro sono richiesti per migliorare la qualità del servizio quando la prestazione di lavoro viene svolto in remoto? In generale, quali insegnamenti trarre da questa esperienza?

Coordina: Gian Carlo Cerruti, ISMEL

Discutono:
– Roberto Cavallo Perin, Università degli Studi di Torino
– Emanuela Zambataro, Direttrice INPS Piemonte
– Giuseppe Ferrari, Direttore Divisione Personale del Comune di Torino

Per maggiori informazioni sullo smart working si può consultare la bibliografia curata da ISMEL Smart working. Una bibliografia ragionata