L’automobile e le strutture a essa collegate sono l’ossatura della modernità.
L’importanza della siderurgia e dell’acciaio, la realizzazione delle strade e dei ponti, il cambiamento dei modelli di consumo, lo spostamento di persone e le migrazioni connesse alla realizzazione dei grandi stabilimenti fordisti ne sono solo un esempio.
In questo senso l’automobile è al centro delle grandi trasformazioni dei processi produttivi: è all’automotive che sono state applicate molte delle riorganizzazioni della fabbrica fino all’introduzione massiccia dei robot e alla trasformazione oggi in industria 4.0. C’è chi ha sostenuto che queste fossero solo trasformazioni di processo industriale ma non di prodotto, e che il prodotto ‘auto’ fosse ormai maturo. In realtà, oggi, la motorizzazione elettrica, i sistemi di guida automatica, le interazioni tra gli stessi veicoli, modificano il concetto di automobile.
Sempre meno trasporto individuale e sempre più mobilità collettiva, l’auto diventa un paradigma delle trasformazioni sociali. Sul territorio l’impatto delle auto elettriche genererà modifiche nelle reti di distribuzione dell’energia, quindi nella geografia del territorio stesso. La globalizzazione, le crescenti interazioni a livello sovranazionale, vedono un sempre crescente ruolo della Cina. Senza una visione generale di questi processi risulta impossibile organizzare un ruolo attivo del lavoro, e si rischia di veder aumentare l’ingiustizia nella distribuzione del reddito e, ancora di più, nell’allocazione dei poteri.
Intervengono
– Giuseppe Bonfratello Centro di documentazione “Antonio Labriola”
– Diego Petrolo Tecnico progettazione motori, Enti Centrali di Mirafiori FCA
– Francesco Fiermonte Politecnico di Torino
– Giovanni Ferrero Presidente ISMEL
Modera
Michelangelo Di Maio ecnico progettazione veicoli, FCA
Incontro organizzato da Coordinamento Ingegneri e Tecnici, Centro di Documentazione Antonio Labriola, ISMEL