Il Novecento ha prodotto un lavoro, spesso duro e dequalificato, ma tutelato. Il XXI secolo sembra rimettere tutto in discussione. Come cambia il lavoro umano a fronte dei profondi mutamenti in corso, influenzati o determinati dall’impiego delle nuove tecnologie digitali e dalla deregolamentazione delle norme in materia? Quali conseguenze hanno sull’aumento delle diseguaglianze? Come reagiscono a questi mutamenti le fasce meno protette, ed in particolare le donne? È plausibile la tesi che aumenta la qualità di molti lavori, ma peggiorano i rapporti di lavoro? È vero che in molti nuovi lavori gestiti dalle piattaforme digitali (da Uber a Foodora, al caso di Amazon Mechanical Turk) si assiste ad un ritorno del lavoro a cottimo? Il welfare aziendale rischia di erodere le basi del welfare pubblico universale? Ne discuteremo a partire dalla recensione di Fulvio Perini di alcuni libri sull’argomento apparsa nel numero di giugno de L’Indice.
Fulvio Perini, già dirigente sindacale e animatore del sito workingclass.it, presenta:
– Vincenzo Comito, L’economia digitale, il lavoro, la politica, Ediesse, 2018
– IREF-ACLI (a cura di), Valore lavoro. Strategie e vissuti di donne nel mercato del lavoro, Rubbettino, 2018
– Alessandro Somma (a cura di), Lavoro alla spina, welfare à la carte. Lavoro e Stato sociale ai tempi della gig economy, Meltemi, 2019
Ne discutono
Roberto Lamacchia, Associazione Giuristi Democratici
Edi Lazzi, Segretario FIOM Torino
Federica Volpi, Dipartimento Studi e Ricerche delle Acli
Coordina
Gian Carlo Cerruti, Università degli Studi di Torino
Un’iniziativa in collaborazione con Unione Culturale Franco Antonicelli e L’indice dei Libri del Mese