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Vocabolario del lavoro

Guida al lessico del mondo del lavoro

A

Agenzia per il lavoro (a·gen·zì·a pér il la·vó·ro)
Le agenzie per il lavoro  sono operatori privati che offrono un servizio di intermediazione tra domande e offerte di lavoro.
Svolgono attività di somministrazione (tra cui lo staff leasing), ricerca e selezione del personale, formazione e attività di supporto alla ricollocazione professionale.
Tra i vari servizi regolamentati (somministrazione, ricerca e selezione, formazione, ricollocazione, ecc.) la somministrazione è quello oggetto di maggior inquadramento normativo e contrattuale/sindacale. Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro disciplina in maniera unitaria i rapporti di lavoro intercorrenti tra tutte le Agenzie di Somministrazione e i lavoratori in somministrazione assunti sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, ai sensi del Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276 e sue successive modificazioni ed integrazioni.
Per poter usare questo servizio, è necessaria un’iscrizione, e dopo aver identificato gli obbiettivi lavorativi, si potrà iniziare la ricerca per il posto di lavoro più adatto alle esigenze richieste. 
Indipendentemente dal livello di esperienza o dal tipo di contratto che una persona desidera, un’agenzia per il lavoro è strutturata per fornirti tutta l’assistenza di si hai bisogno.
Randstad, Manpower, Adecco sono solo alcune delle Agenzie per il lavoro che si trovano sul territorio.

B

Benessere (be·nès·se·re)
Per benessere si intende uno stato che caratterizza la qualità della vita di ogni individuo. Il benessere consiste nel miglior equilibrio possibile tra il piano biologico, piano psichico ed piano sociale dell’individuo.
In ambito lavorativo si può parlare di “benessere organizzativo”.
Per “benessere organizzativo” si intende la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che operano al suo interno. Studi e ricerche sulle organizzazioni hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo. La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono tutti elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori, la soddisfazione degli utenti e, in via finale, ad aumentare la produttività. 

C

Categorie protette (ca·te·go·rì·e pro·tèt·te)
Le leggi Europee e italiane garantiscono il diritto di non discriminazione sul lavoro a ogni cittadino.
Tutelano quindi anche le persone con disabilità affinché possano avere le stesse opportunità e una soddisfacente vita professionale.
Nelle Categorie Protette rientrano tutti gli individui con disabilità, patologie gravi e altre forme di invalidità psico-fisiche. Per proteggere da forme discriminatorie sul lavoro queste persone, esistono specifiche tutele di legge per le Categorie Protette sancite dalla Costituzione Italiana, in particolare la Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili).
Questa Legge permette di promuovere il lavoro di questa Categoria attraverso sgravi e agevolazioni fiscali.
Nella Categoria rientrano:
– persone invalide con invalidità civile superiore al 45%;
– invalidi sul lavoro con invalidità superiore al 33%;
– persone non vedenti e non udenti;
– persone con invalidità di guerra, invalidità civile di guerra e invalidità per ragioni di servizio;
– orfani e coniugi superstiti di deceduti o di grandi invalidi per causa di lavoro, guerra, servizio, terrorismo, criminalità organizzata, dovere, crimini domestici;
– profughi italiani rimpatriati;
– testimoni di giustizia;
– care leavers;
In base al totale dei dipendenti di un’azienda, deve essere garantito un certo numero di persone appartenenti alle Categorie Protette.
Le persone appartenenti alle categorie protette godono degli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori e ai contratti di lavoro si applicano le stesse norme e garanzie di tutti gli altri dipendenti.

Centro per l’impiego (cèn·tro pér l’im·piè·go)
I centri per l’impiego (CPI) sono servizi pubblici dedicati all’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro.
Costituiscono una rete di servizi gratuiti di orientamento e selezione su tutto il territorio nazionale.
Solo tramite l’iscrizione al CPI una persona può essere considerata disoccupata. 
I cittadini sono guidati in un percorso di profilazione e accompagnamento finalizzato al raggiungimento dei propri obiettivi professionali, individuando il lavoro più idoneo alle proprie capacità e interessi.
I principali servizi di cui si occupano i Centri Per l’Impiego sono:
– attivazione di stage e tirocini di inserimento o reinserimento lavorativo;
– collocamento obbligatorio persone con disabilità e di categorie protette;
– chiamata pubblica per l’assunzione di personale presso la Pubblica Amministrazione, per profili in cui occorre il solo diploma di scuola dell’obbligo, esclusi i posti per cui si accede attraverso i concorsi;
– lavoratori e lavoratrici non comunitari (supporto di mediatori interculturali).
Con l’attuazione del programma GOL nella sua declinazione regionale, sono attualmente garantite su tutto il territorio modalità standardizzate e livelli qualitativi omogenei di erogazione dei LEP come ex DM 4/2018, modificato e integrato dalla Delibera del Commissario ANPAL n. 5 del 10.05.2022.

CCNL 
Il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) è un tipo di contratto di lavoro stipulato a livello nazionale tra le organizzazioni sindacali rappresentanti dei lavoratori e le associazioni rappresentanti i datori di lavoro. Il CCNL disciplina i rapporti individuali di lavoro (parte normativa) e alcuni aspetti dei rapporti reciproci tra lavoratore ed azienda (parte obbligatoria). La banca dati ufficiale è tenuta dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), il quale gestisce un archivio elettronico di tutti i CCNL correnti e passati.

Le finalità essenziali del contratto collettivo:
– determinare il contenuto essenziale dei contratti individuali di lavoro in un certo settore (commercio, industria metalmeccanica, industria chimica, ecc.), sotto gli aspetti economici e normativi;
– disciplinare i rapporti (cosiddette relazioni industriali) tra i soggetti collettivi.
Il contratto collettivo ha validità “erga omnes” cioè verso tutti, incluso chi non è iscritto ad alcun sindacato.
In genere, l’adozione del contratto collettivo è discrezionale, ed i contratti individuali possono ugualmente derogare al CCNL, in senso migliorativo.

Commercialista (com·mer·cia·lì·sta)
Il commercialista è un’altra figura importante nel settore.
Esso è un professionista al quale è per legge riconosciuta competenza tecnica nelle materie commerciali, economiche, finanziarie, tributarie e di ragioneria, previo conseguimento della relativa abilitazione professionale e l’iscrizione nell’apposito albo, tenuto dal Consiglio dell’ordine.
Tra le sue attività troviamo:
– adempimenti fiscali (es. la compilazione della dichiarazione dei redditi)
adempimenti contabili (es. la redazione dei bilanci)
– diritto societario (es. la costituzione di una società)
– diritto fallimentare
– diritto del del lavoro.
Anche questa professione prevede l’iscrizione a un albo professionale.

Consulente del lavoro (con·su·lèn·te dél la·vó·ro)
Il consulente del lavoro è una figura professionale essenziale per le aziende, in particolare per piccole medie imprese.
La sua competenza nell’ambito di amministrazione del personale subordinato e parasubordinato gli conferisce capacità molto utili per le aziende.
La presenza di questa professione si rivela indispensabile per avere delle consulenze in merito alla stesura dei contratti di lavoro e per assolvere agli adempimenti previsti dalla legge in occasione delle assunzioni e del prosieguo del rapporto di lavoro. Inoltre informa e tiene aggiornato i propri clienti in merito agli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale di dipendenti e collaboratori, notoriamente sottoposte a riforme complesse da seguire per i non addetti.
La sua figura rientra tra le professioni protette, cioè tutte quelle professioni che prevedono l’iscrizione a un albo o elenchi professionali.

Contratto (con·tràt·to)
Il contratto in ambito lavorativo è definito come “l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.” (Codice Civile art. 1321).
La legge quindi indica che con il contratto le parti intendono regolare degli interessi producendo precisi effetti giuridici.
Tali interessi devono essere patrimoniali perché si possa parlare di contratto: non è un contratto, ad esempio, il matrimonio.
Esistono varie tipologie di contratto e si suddividono in:
-lavoro subordinato
-lavoro parasubordinato
-lavoro autonomo
-lavoro domestico
-altre tipologie dove rientrano, per esempio, le prestazioni occasionali, i tirocini e stage.

Curriculum vitae
Il Curriculum vitae, noto anche solo curriculum o con la sigla CV, indica quel documento dove viene indicato in breve il percorso di studi e lavorativo di una persona.
Nei CV è consigliato inserire solo i dati strettamente necessari per la selezione quali:
– nome e cognome
– città e/o indirizzo di residenza
– contatti (numero di telefono, mail)
Non sono dati obbligatori data di nascita e nazionalità, e non è obbligatorio neanche inserire la propria foto, anche se in Italia è una pratica molto comune inserirli.
Si consiglia anche di non aggiungere tutte le altre informazioni che possono portare a comportamenti discriminatori o gravi violazioni della privacy come:
– orientamento sessuale
– orientamento religioso
– orientamento politico
– stato civile ed eventuali figli
– numero del documento di riconoscimento
– dati fiscali
Il CV può essere presentato sia come risposta un annuncio che come autocandidatura, ma anche inserendolo nelle banche dati dei servizi per l’impiego come Agenzie per il lavoro o Centri per l’impiego. È buona prassi sempre di allegare una lettera di presentazione.

D

E

F

G

Grandi dimissioni (Gràn·di di·mis·sió·ni)
Con questo connubio si indica quel fenomeno, partito dagli Stati Uniti nell’estate del 2021, che ha visto un gran numero di licenziamenti volontari provenienti da ogni settore lavorativo. 
Il tutto è nato come risposta delle lavoratrici e dei lavoratori alle politiche statunitensi post-pandemia da Covid-19 che hanno portato anche a un aumento del costo della vita. Tra le altre motivazioni troviamo la ricerca del work-life balance e il burnout. 
Hanno presentato le dimissioni sopratutto le persone fra i 30 e 45 anni e chi svolgeva un lavoro nel settore sanitario e tecnologico.
Negli USA si parla di 4,3 milioni di licenziamenti. Con numeri più piccoli il fenomeno è arrivato anche in Europa: si parla infatti di circa a 2 milioni di lavoratori e lavoratrici.  
Tuttavia, già nel 2023, il fenomeno ha mostrato segni di rallentamento. Le aziende ora stanno applicando diverse strategie per trattenere i dipendenti, come ascoltare le loro esigenze, migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata e offrire opportunità di crescita professionale.

H

HR manager
L’HR (human resources) manager è il responsabile delle risorse umane, cioè tutte quelle persone che lavorano presso un’azienda. 

Si occupa principalmente della ricerca e selezione del personale. Il processo processo di recruiting prevede la pubblicazione delle offerte di lavoro, lo screening dei CV e i colloqui di lavoro, gestendo anche l’aspetto contrattuale, come il trattamento economico, l’inquadramento lavorativo.
Inoltre cura le relazioni con i sindacati e coordina avanzamenti di carriera, dimissioni e licenziamenti.
Tra le sue mansioni c’è anche quella di valutare le prestazioni del personale e in caso ci fosse bisogno, di aiutare i dipendenti a migliorare le proprie performance.

È una figura che lavora a stretto contatto con tutti gli altri settori dell’azienda.


Per poter diventare HR è necessaria una laurea in ambito umanistico o anche in ambito giuridico-aziendale e può risultare proficuo anche frequentare un corso di specializzazione. Inoltre è bene avere un’intelligenza emotiva, essere propensi all’ascolto e anche empatici.

Hard Skills
Per Hard Skills si intendono quelle competenze tecniche che sono fondamentali per poter svolgere determinati lavori.
Sono intesi tutti gli insegnamenti che si imparano nei vari corsi di studi, le competenze linguistiche, le coscienze informatiche, etc..
Quindi tutte quelle competenze che possono essere verificate attraverso attestati, riconoscimenti, prove.
Per affrontare un colliquo di lavoro è fondamentale avere un’idea chiara di quali siano le proprie Hard Skills e, soprattutto, come metterle ben in evidenza, partendo dal loro inserimento nel CV o nella lettera di presentazione.

I

Intelligenza artificiale (in·tel·li·gèn·za ar·ti·fi·cià·le)
L’intelligenza artificiale (IA) è uno strumento che permette ai sistemi informatici di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi, e agire verso un obiettivo specifico. Il computer riceve i dati, li processa e risponde.
I sistemi di IA sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia.  L’Intelligenza Artificiale, dunque, si rifà ad una intima ispirazione dell’uomo, quella di creare una “macchina” in cui si riflettono appieno le proprie capacità.
Esistono diverse tipologie di IA, ma negli ultimi anni è sempre più presente nella vita di tutti i giorni. Un esempio è il lancio di ChatGPT, un chatbot che comprende varie funzioni: dalla traduzione di testi a calcoli matematici, alla stesura di testi un po’ più complessi.
Un timore diffuso è che molte professioni possano essere sostituite del tutto o in parte da sofisticate applicazioni in grado di produrre contenuti, gestire attività amministrative e industriali, regolare processi di marketing, strutturare canali e-commerce con target sempre più precisi e definiti e molto altro ancora.  Dall’altra parte c’è chi sostiene che, in futuro, l’intelligenza artificiale non sia destinata alla sostituzione di molte professionalità ma che, al contrario, possa integrare le competenze tipicamente umane, con il risultato di una maggiore efficienza e produttività. 

L

Lavoro  (La·vó·ro)
Il termine lavoro deriva dal latino labor (lavoro, sforzo, pena, fatica, affaticamento) e racchiudere vari significati, come per esempio l’impiego di un’energia per raggiungere uno scopo determinato, o anche come l’insieme delle attività effettuate da gruppi di persone, organi collegiali, etc….

Anche in ambito fisico ha i suoi significati, infatti può essere usato per indicare il trasferimento di energia che si produce quando una forza agisce su un corpo.
In ambito socio economico, è inteso come l’occupazione retribuita e considerata come mezzo di sostentamento, e quindi esercizio di un mestiere, di un’arte, di una professione.
Questa tipologia di lavoro, in Italia, è disciplinata dal Codice Civile.

M

N

Nomade digitale (nò·ma·de di·gi·tà·le)
Il nomade digitale può essere definito come un professionista che lavora da remoto e che intraprende uno stile di vita nomade appunto. Quindi lavorare in ogni luogo dove possa sfruttare la tecnologia e tutti gli strumenti necessari per portare avanti un’attività. Il non avere un luogo fisso permette di poter lavorare anche viaggiando.
Grazie alle nuove tecnologie e a una crescita dei lavori da remoto, i nomadi digitali sono in continuo aumento. Tra i lavori più diffusi possiamo trovare attività di marketing on line, sviluppo di software, creazione di contenuti. 
Tra i pro di essere un nomade digitale sicuramente troviamo la flessibilità lavorativa, uno stile di vita più semplice, esperienze culturali e stimoli sempre nuovi. Allo stesso tempo si può dire che la mancanza di stabilità, la dipendenza da una connessione internet, entrano nella lista dei contro.
Dal punto di vista economico, il nomadismo digitale ha influito sui mercati del lavoro e del turismo. Infatti, alcune città e paesi hanno iniziato a offrire visti speciali per i nomadi digitali, cercando di attrarre questa nuova forza lavoro globale.
Nel complesso, il nomadismo digitale rappresenta una trasformazione significativa del lavoro e dello stile di vita nel XXI secolo, offrendo nuove opportunità e sfide per individui e società. 

O

Orario di lavoro (O·rà·rio di la·vó·ro)
L’orario di lavoro è definito nel contratto che viene stipulato tra datore di lavoro e lavoratore.
Possiamo identificare in linea generale:
– orario a tempo pieno (full-time), 40 ore settimanali.
– orario a tempo parziale (part-time), dove qui possiamo identificare un part-time orizzontale (dove il lavoratore è impegnato tutti i giorni con l’orario a tempo ridotto) o part-time verticale (dove il lavoratore svolte le sue mansioni solo in alcuni giorni della settimana con un orario a tempo pieno).
Secondo i CCNL, la durata media dell’orario di lavoro non deve superare le 48 ore settimanali (compreso di straordinari).
Nei contratti collettivi sono stabiliti anche il riposo settimanale, quello giornaliero e le pause durante la giornata lavorativa.

P

Partita IVA (par·tì·ta IVA)
La partita IVA è una sequenza di 11 cifre che identifica univocamente un soggetto che esercita un’attività, di impresa e non, rilevante ai fini dell’imposizione fiscale indiretta (IVA).
In Italia, la partita IVA è un codice numerico che viene assegnato a un’impresa o a un libero professionista al momento dell’apertura della propria attività. Sono tenuti ad aprire partita IVA tutti i lavoratori autonomi (e quindi non dipendenti) che hanno entrate superiori ai 5.000 euro all’anno (soglia sotto cui la registrazione non è obbligatoria) o se l’attività che si svolge è continuativa (per esempio apertura di e-commerce o collaborazione con un’azienda per più di 30 giorni). La partita IVA è necessaria per ogni soggetto che voglia emettere una fattura per un bene venduto o un servizio prestato, ed è uno dei passi fondamentali per avviare un’attività.
La partita Iva viene utilizzata per identificare le transazioni commerciali e fiscali di un’impresa o di un libero professionista, e per calcolare e versare le imposte dovute allo Stato. La partita Iva è quindi un elemento fondamentale della contabilità e della tassazione delle imprese e dei liberi professionisti in Italia.
Il numero di partita IVA è rilasciato dall’Ufficio dell’Agenzia delle entrate.

Periodo di prova (pe·rì·o·do di prò·va)
Con periodo (o patto) di prova si fa riferimento a quella condizione che può precedere l’assunzione attraverso il contratto di lavoro.
In questo periodo sia il datore di lavoro che la persona in prova possono decidere di recedere il rapporto di lavoro.
La giurisprudenza ha comunque stabilito delle situazioni in cui il licenziamento può risultare illegittimo. 
L’art. 2096 del Codice Civile richiede per il patto di prova la forma scritta pena la nullità della prova; in mancanza di essa, il patto di prova deve considerarsi nullo e la assunzione del lavoratore va considerata definitiva.
Ma non basta il solo documento scritto: per la sua validità è necessario che contenga le mansioni da svolgersi, pena, anche in questa ipotesi, la nullità della clausola e l’automatica conversione del rapporto a tempo indeterminato.
La norma codicistica non fissa invece una durata massima della prova poiché questa è generalmente fissata dai contratti collettivi. Una durata massima è però indirettamente disposta dall’art. 10 L.604/66 che, per i lavoratori in prova, prevede l’estensione della tutela contro i licenziamenti quando l’assunzione divenga definitiva e, in ogni caso, quando siano decorsi sei mesi dall’inizio del rapporto. Se l’assunzione diviene definitiva, il periodo di prova è computato nell’anzianità.

 

Q

R

S

Salario (sa·là·rio)
Con salario si indica la remunerazione del lavoro in genere, il prezzo del lavoro, subordinato o indipendente, manuale o di concetto.
Il salario può essere in natura (vitto, alloggio ecc.) o in denaro, e il salario monetario può considerarsi come somma di denaro (salario nominale) o come quantità di beni e servizi acquistabili con detta somma (salario reale, ricavabile dal confronto tra il s. nominale e il livello del costo della vita).
Può essere facile confondere salario con stipendio, in realtà esiste una differenza principale: il salario varia in base alle prestazioni di lavoro (ore, giorni, unità produttive), mentre lo stipendio costituisce un compenso prestabilito e non variabile.

Sicurezza (si·cu·réz·za)
La parola “sicurezza” può essere definita genericamente come condizione oggettiva esente da pericoli, o garantita contro eventuali pericoli.
In ambito lavorativo si fa riferimento all’insieme di misure, provvedimenti, valutazioni e monitoraggi che bisogna mettere in atto all’interno dei luoghi di lavoro per tutelare la salute e l’integrità dei lavoratori, proteggendoli dai rischi presenti.
La figura che si occupa in particolare di questo settore è l’RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione ), disciplinata nell’ordinamento giuridico italiano dal D.Lgs. 81/2008 che tra i vari compiti ha quello di proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori.
L’RSPP collabora con il datore di lavoro, il medico competente ed il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) alla realizzazione del Documento di valutazione dei rischi (DVR).
Anche questo tema è trattato nella Costituzione, in particolare nell’art. 32 (sulla salute come diritto fondamentale) e l’art. 35 (tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, cura la formazione dei lavoratori).

Smart working
La locuzione smart working ha preso piede sopratutto durante l’emergenza sanitaria del 2020. 
Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.
Ai lavoratori agili viene garantita la parità di trattamento – economico e normativo – rispetto ai loro colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie. È, quindi, prevista la loro tutela in caso di infortuni e malattie professionali, secondo le modalità illustrate dall’INAIL nella circolare n. 48/2017.
È importante non confondere lo smart working con il telelavoro. Infatti, il Telelavoro consiste perlopiù nello spostamento della sede di lavoro, è una vera e propria forma contrattuale, è regolamentato da una differente normativa e non si fonda sui principi di flessibilità, autonomia e responsabilità che ispirano lo smart working.

Soft Skills
Il concetto di Soft Skills fa riferimento alle competenze legate in particolare modo all’intelligenza emotiva e alle abilità personali, quindi a caratteristiche relative a tratti specifici della personalità.

Saper comunicare in modo efficace o gestire lo stress, avere un’attitudine al team-work, sono tra le Soft Skills più richieste in campo lavorativo da inserire nel CV se si ritiene di possederle. 

Durante un colloquio di lavoro però non basta elencare le proprie Soft Skills. Gli intervistatori, infatti, richiedono esempi di situazioni professionali che possano supportare il semplice elenco di competenze. Un consiglio è quindi quello di immaginare le possibili situazioni che possano aiutarvi a superarlo.

T

Tredicesima  (tre·di·cè·ṣi·ma)
La tredicesima è una mensilità aggiuntiva, che viene corrisposta ogni anno nel mese di dicembre ai lavoratori dipendenti in base al proprio CCNL.
La tredicesima si calcola sulla base della retribuzione globale del dipendente. L’importo della tredicesima mensilità è soggetto a tassazione; pertanto, vi si applicano le regolari trattenute fiscali e previdenziali.
Non concorrono al calcolo della tredicesima gli importi che non hanno carattere retributivo, come ad esempio le somme percepite per lavoro straordinario, le indennità per ferie, le indennità per l’eventuale reperibilità, le indennità sostitutive, i rimborsi spesa.
Per i pensionati invece l’importo della tredicesima corrisponde a una semplice mensilità in più del trattamento percepito.

U

V

W

Welfare
Il Welfare è un termine inglese che indica l’insieme di interventi e di prestazioni erogati dalle istituzioni pubbliche e finanziati tramite entrate fiscali (Welfare State), destinati a tutelare i cittadini dalle condizioni di bisogno, a coprirli da determinati rischi (Stato assistenziale), migliorarne la qualità della vita e il benessere, garantire istruzione, cure sanitarie, assistenza, previdenza pensionistica, formazione professionale, ricerca universitaria, sostegno al lavoro e all’imprenditorialità, promozione della famiglia ecc. e un tenore di vita minimo in attuazione dei diritti di cittadinanza.
In particolare partiamo di Welfare Aziendale quei benefit e prestazioni che le aziende stanziano ai propri dipendenti, in aggiunta alla componente retributiva.
Con il welfare aziendale, si può decidere di rimborsare delle spese già sostenute dal lavoratore o di erogare in anticipo dei servizi. Il welfare aziendale include anche benefit aziendali come i buoni pasto, gli incentivi per il tragitto casa-lavoro e per la mobilità sostenibile, la sanità integrativa. Inoltre, anche lo smart working è considerato oggi sempre più un benefit all’interno del welfare aziendale

Work balance
Con questo binomio si indica l’equilibrio tra vita persona e lavoro, cioè il bisogno di trovare un bilanciamento fra il tempo dedicato ai propri hobby, alla propria persona, alla famiglia, e il tempo del lavoro. 
Secondo una ricerca dell’agenzia per il lavoro Randstad, più del 60% delle lavoratrici e dei lavoratori ritengono che sia molto importante trovare un posto di lavoro che garantisca un giusto equilibrio. 
Questo bilanciamento porta a dei benefici per la salute fisica e mentale, come per esempio può ridurre lo stress, ma anche migliorare i propri rapporti personali. 
Molte aziende si stanno adoperando sempre più per fornire ai propri dipendenti un giusto equilibrio garantendo loro vari benefit come un orario flessibile, l’uso di un asilo nido aziendale, una palestra aziendale, una mensa. 

Z

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